M’incollo a Te per smettere di piegare ancora le ginocchia ancestrali quelle dei dimenticati e sospesi alle colonne del nulla sopraffatto di addii e tirchio d’arrivi.
Aderisco a Te per sollevarmi dai radicamenti collaterali e immaginari senza la fantasia di mantenermi in piedi quando invento la Tua assenza mai avvenuta.
M’appoggio a Te come una pervinca fedele alla sua natura capace di valicare ogni muro.
E scrivo camminando danze da fiumi nascosti quasi mari.