Come i panni al sole
mi estendo, appesa senza fili
affare di mollette, i ricordi
quelli migliori, a luce piena.
Intrisa di vento
tutta tessuto, asciugata da lacrime
che a lavar son venute
perfetto il tempo, i temporali.
A raccogliermi,
mani sapienti e crepuscolari
mi sfiorano nella luce fiocca
mi proteggono nel cader della notte
e notturna m’inchino, al domani.
Roma, nella luce della primavera.
2022 – Maria A. Listur